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Omosessuali, prostituti, travestiti, poeti, poliziotti, ballerine, contesse antillane. Sono i protagonisti dei quattordici racconti, quasi tutti ambientati a Cuba, attraverso i quali Roger Salas narra di passioni roventi e ataviche follie con un linguaggio quasi barocco che incarna quel gusto della teatralità così tipicamente caraibico. Ne emerge una Havana derelitta e grandiosa al tempo stesso.